Gent. Dott. Martiadis, ho 53 anni e fin da piccola ho sofferto di sintomi tipici di depersonalizzazione, con senso di estraniamento da me stessa, appannamento del senso di sé, sentendomi altro rispetto a me stessa e alla realtà che mi circonda. Prima questi fenomeni duravano pochi minuti , a volte secondi, soprattutto quando mi fissavo allo specchio, ma riuscivo sempre a venirne fuori quasi immediatamente, poi una decina di anni fa sono entrata in questo vortice che mi ha risucchiato per circa un anno. Ho consultato omeopati, anche uno psicologo e un neurospichiatra, ma senza alcun risultato anche perché mi sembrava non capissero di cosa stessi parlando. Poi all'improvviso senza neanche rendermene conto, tutto è passato e ho vissuto tranquillamente per altri dieci anni. Da giugno di quest'anno queste sensazioni sono ricominciate ma stavolta la paura di non tornare indietro mi ha fatto venire ansia associata a momenti di angoscia e incupimento che mi stanno rendendo difficile la vita quotidiana. Ho anche disagio a stare sola o a prendere la macchina, che per altro mi serve per andare a lavorare, sono un insegnante e a settembre ricomincio l'attività. Mi sono rivolta a una mia amica psichiatra che mi ha parlato di depressione mista ad ansia e mi ha prescritto Samyr 400 1cpr al mattino associato a xanax 0,25. Lei avrebbe preferito 0,50 a rilascio prolungato ma io sono molto refrattaria ad assumere questo tipo di farmaci. Ho iniziato questa cura da 10 giorni con qualche effetto positivo al mattino sull'ansia ma nel pomeriggio verso le 18.00 mi prende un forte senso di angoscia che passa dopo circa due ore. La sintomatologia legata alla depersonalizzazione persiste e ho paura di non uscirne come invece era capitato dieci anni fa. Cosa mi consiglia? Devo continuare la cura o devo modificare qualcosa? La prego di darmi un consiglio soprattutto su questi fenomeni di depersonalizzazione. La ringrazio anticipatamente.